L'importanza del qui e ora (carpie diem)


 In questo tempo ambiguo di velocità e iper azione siamo nostro malgrado spinti di continuo ovunque. 

Anche nelle case non vi è riposo da cellulari, pc, giochi, tv e social.

 Quello che abbiamo perso è il silenzio del tempo e i dettagli del momento.  

Dobbiamo riprenderci l'attimo, uscire  dagli schemi e riprenderci noi stessi. 

Usare di nuovo, i nostri occhi per guardare, la nostra mente vagare, respirare la vita e ascoltare la città.

Mi rendo conto che anche io che non funziono a social mi perdo tutto quanto appresso all'ascolto degli audiolibro adesso e degli mp3 prima. Nelle attese nei miei giochini del telefono. Prima perdevo una marea di tempo nel cercare di scattare foto, selfie ma nessuna foto è bella come quella che i miei occhi hanno scattato.

La vita è adesso e il tempo perso non lo recuperiamo. Dobbiamo solo capire e certe volte scegliere cosa è meglio per noi.

 

 Mindfulness o il Hic et nunc: l'importanza del qui e ora

Thic Nhat Hanh suggerisce di mantenere alta la consapevolezza di quello che si vive e di cui si fa esperienza.
Nel caso intervenga qualcosa di estraneo che ci distrae, basta semplicemente esserne consapevoli e riportare la nostra attenzione su quello che stiamo facendo o pensando.
Invece il minddfulness? Tradotta letteralmente dall’inglese vuol dire “consapevolezza”. Ma non basta conoscerne il significato letterale. La stessa parola inglese traduce, approssimativamente, il termine “sati”, che in lingua pali, il linguaggio utilizzato nei testi sacri del buddismo 2000 anni fa, racchiude un significato molto ampio e indica attenzione consapevole, presenza mentale e rappresenta una qualità della mente che può essere coltivata e sviluppata attraverso la meditazione.

Quindi mindfulness potrebbe significare attenzione consapevole. Anche, ma non solo. La definizione più diffusa è quella data da Jon Kabat-Zinn: la mindfulness è l’atto di “porre attenzione in un modo particolare, intenzionalmente, nel momento presente e in modo non giudicante”. Si tratta perciò di uno stato mentale che porta la persona a prestare attenzione a ciò che percepisce, pensa, prova, senza giudicarlo, ossia senza reagire o cercare di modificare e scacciare pensieri, emozioni, sensazioni. Per raggiungere questo stato è necessario allenare la capacità di porre attenzione al momento presente, al qui e ora, imparando ad accettare ciò che attraversa la propria mente e ciò che viene percepito. Questo stato si raggiunge attraverso la meditazione.

Quindi: prestare attenzione in modo consapevole e intenzionale al momento presente, senza giudicare ciò che percepiamo. Non sembra semplice. Passare dal pilota automatico all’attenzione consapevole implica un cambiamento nel nostro modo di affrontare la vita. Vediamo ora di capire meglio che cosa significhino i singoli punti di questa definizione.

 Prestare attenzione in modo consapevole: ossia   consapevolezza vs pilota automatico
Se pensiamo alla nostra quotidianità, troviamo numerosi esempi di attività che svolgiamo con il “pilota automatico”: guidare o andare in bicicletta sono azioni automatiche, in cui non pensiamo a ogni singolo movimento cha compiamo. Anche leggere, una volta appresa e stabilizzata la decodifica delle parole, diventa un processo automatizzato (per i normolettori). Inoltre, è frequente pensare ad altro mentre si esegue un compito noto o un percorso abituale: quante volte non ricordiamo come siamo arrivati in ufficio perché durante il percorso che facciamo ogni giorno stavamo pensando alle cose che avremmo dovuto fare? O quando, ascoltando della musica, non sappiamo quali canzoni abbiamo sentito perché concentrati o distratti da altro?

Il mettere in atto schemi e azioni abituali e automatizzati è funzionale in molti casi, rappresenta una modalità di “risparmio” energetico che ci consente di concentrarci su altro. Tuttavia, spesso è disadattivo. Gli schemi abituali ci mettono anche nella condizione di reagire alle situazioni sempre nello stesso modo, senza averne consapevolezza. Questo capita, per esempio, quando si utilizza il cibo per compensare dei bisogni emotivi o l’alcol per anestetizzare delle sofferenze, quando si mettono in atto gli stessi meccanismi per far fronte alle difficoltà e ai problemi, anche se l’esperienza ha dimostrato che non funzionano, come se fosse impossibile riconoscerli e interromperli.

Imparare a scegliere, con consapevolezza, invece consente di rispondere adeguatamente a ciò che accade nella propria vita. L’approccio della mindfulness quindi cerca di sviluppare proprio questo aspetto: saper disattivare il pilota automatico quando è necessario essere presenti e consapevoli.

L’essere consapevoli implica essere costantemente in relazione con se stessi, percepire sé, le proprie emozioni, pensieri, sensazioni e la realtà esterna e accettare ciò che accade, che sia positivo o negativo, per ciò che è. Il vivere “qui e ora”, di cui si scrive dai tempi antichi, è una delle cose più complesse da fare. Viviamo pensando spesso al passato o al futuro, rimuginando su ciò che è accaduto, soffermandosi sui pensieri negativi, rimpiangendo ciò che è stato o non stato fatto, domandandosi cosa sarebbe successo se… “Se avessi saputo che…”, “Se solo avessi fatto...”, “Se mi fossi comportato così forse…”. Allo stesso modo non è funzionale pensare troppo al futuro. Non parliamo qui di progettualità, di obiettivi che si vogliono raggiungere e che, per questo, si pianificano nell’oggi, dell’organizzare i propri impegni professionali o privati. Parliamo di quell’atteggiamento di proiezione costante a ciò che potrebbe accadere o accadrà, pensando frequentemente, con ansia e apprensione, a ciò che si dovrà fare il giorno dopo o il mese successivo, agli impegni da portare a termine, preoccupandosi per quello che potrebbe accadere: “Cosa farò se…”, “Chissà se andrà bene…”.

Rimanere in contatto con la propria esperienza presente consente, invece, di ridurre l’ansia e i pensieri negativi e di vivere con maggiore serenità quello che sta accadendo in questo momento. È un po’ come vedere un film e fermarci in una scena senza vederne il finale o vedere solo la fine: non ci gustiamo il film guardando ciò che accade momento per momento.

Vivere il momento presente, per la mindfulness, perciò significa imparare a sperimentare ciò che accade qui e ora, ascoltando e osservando ciò che ci capita in questo esatto momento, a livello fisico, emotivo, cognitivo e così via, così da esserne pienamente consapevoli.

Provateci ora. Cosa sentite in questo esatto momento? Io, che sto scrivendo questo articolo, per esempio percepisco la pressione dei polpastrelli sui tasti del computer, il rumore delle auto che arrivano dalla strada, ma anche il languore per la fame e i muscoli del collo lievemente indolenziti per la stanchezza di una lunga giornata... e penso: starò scrivendo un articolo sufficientemente chiaro per chi lo leggerà? Se seguo le indicazioni della mindfulness, non mi lascerò prendere dall’ansia da prestazione e accetterò questo pensiero, e che potrebbe trattarsi di un altro pezzo che non aumenterà la chiarezza sull’argomento. Però ci avrò provato, quindi ne sarò soddisfatta (ma quest’aspetto si lega al punto successivo).

 Prestare attenzione in modo non giudicante
Siamo arrivati all’ultimo punto della definizione. Anche “non giudicare” è un compito tutt’altro che semplice. Siamo portati a giudicare ogni singola cosa, azione, pensiero, emozione che viviamo, spesso in modo negativo. Molti tendono a criticarsi duramente, a non essere mai soddisfatti di se stessi e di ciò che fanno, ad abbattersi per ciò che capita loro. Secondo la mindfulness non giudicare significa accettare ciò che si è e ciò si presenta per quello che è, senza voler cambiare o bloccare un pensiero che non ci piace, soffocare un’emozione o esprimerla non adeguatamente, valutare situazioni e persone con etichette o stereotipi, utilizzare luoghi comuni e pregiudizi. Implica accettare sia le cose positive, sia quelle negative, osservare i pensieri che passano per la mente e lasciarli andare, senza farci trasportare da loro, distraendoci da ciò che stiamo facendo, lasciandoci intrappolare in rimuginazioni, ansie anticipatorie o emozioni negative.

Articolo di Paola A. Sacchetti

 Film completo


 

 

 

 

 

L'attimo fuggente

Colonna sonora

La vita è adesso

La vita è adesso
Nel vecchio albergo della terra
E ognuno in una stanza
E in una storia
Di mattini più leggeri
E cieli smarginati di speranza
E di silenzi da ascoltare
E ti sorprenderai a cantare
Ma non sai perché
La vita è adesso
Nei pomeriggi appena freschi
Che ti viene sonno
E le campane girano le nuvole
E piove sui capelli
E sopra i tavolini dei caffè all'aperto
E ti domandi incerto chi sei tu
Sei tu
Sei tu
Sei tu
Sei tu che spingi avanti il cuore
Ed il lavoro duro
Di essere uomo e non sapere
Cosa sarà il futuro
Sei tu nel tempo che ci fa più grandi
E soli in mezzo al mondo
Con l'ansia di cercare insieme
Un bene più profondo
E un altro che ti dia respiro
E che si curvi verso te
Con un'attesa di volersi di più
Senza capir cos'è
E tu che mi ricambi gli occhi
In questo istante immenso
Sopra il rumore della gente
Dimmi se questo ha un senso
La vita è adesso
Nell'aria tenera di un dopocena
E musi di bambini
Contro i vetri
E prati che si lisciano come gattini
E stelle che si appicciano ai lampioni, milioni
Mentre ti chiederai dove sei tu
Sei tu
Sei tu
Sei tu
Sei tu che porterai il tuo amore
Per cento e mille strade
Perché non c'è mai fine al viaggio
Anche se un sogno cade
Sei tu che hai un vento nuovo tra le braccia
Mentre mi vieni incontro
E imparerai che per morire
Ti basterà un tramonto
In una gioia che fa male
Di più della malinconia
Ed in qualunque sera ti troverai
Non ti buttare via
E non lasciare andare un giorno
Per ritrovar te stesso
Figlio di un cielo così bello
Perché la vita è adesso
È adesso
È adesso

Compositori: Claudio Baglioni

Audiopoesia 

 Orazio - Carpe Diem (traduzione di Giovanni Pascoli)

Audiolibro 

Audiofilm l'attimo fuggente

a teatro
 Antologia di spoon river letta da Zanardi

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