🎶(Dentro il racconto) Il gabbianello

 Il racconto del gabbianello è ispirato fortemente al libro del grande maestro Luis Sepúlveda. Ma se pur si parte dal dover insegnare ad una gabbianella a volare, si diversifica incarnando i suoi due personaggi principali con persone reali scambiandone però i ruoli. Ed infatti la Gabbianella Fortunata diventa la misteriosa Anita e il gatto Zorba si tramuta in Gianni a cui Anita insegna a volare senza ali.
Il gabbianello è un racconto semplice e romantico che si presta però  a diverse interpretazioni. Non è una macchietta del bel racconto del maestro. È un racconto a sé che vuol far volare il lettore sulle ali dell'immaginazione. . Nello scrivere il racconto mi sono immaginata diverse volte come riuscire con le parole a volar una persona con la mente.
Il gabbiano è una sintesi dell'anima.
Infatti, un racconto popolare della tradizione rabbinica, in cui Israele viene paragonata ad una colomba:
"La sera del grande Giorno della creazione, la colomba si avvicina triste triste ai piedi del Creatore. Dal suo Trono di fulgore il Signore le rivolge lo sguardo.
«Ho paura, Signore del Cielo e della terra. Il gatto mi insegue».
«Hai ragione, colombella. Ecco qui: ti regalo un paio di ali. Va’ e non avere più paura».
La colombella è tutta contenta, ma la sera dopo viene ancora a zampettare ai suoi piedi.
«Il gatto mi insegue, sommo Creatore».
«Ma ti ho dato le ali…».
«Ecco, Signore… Già prima, con queste due zampette così corte, era una fatica: adesso che ho questi due cosi che mi pesano sulla schiena è pure peggio».
E il Creatore, nel suo sguardo di sconfinata tenerezza: «Ma colombella: io ti ho dato le ali non perché tu le portassi, ma perché le ali portassero te». 
Per capire meglio ho trovato il racconto de "La gabbianella e il gatto che le insegnò a volare" della quale ho creato un estratto dei punti che potessero essere utili per la comprensione del messaggio: i 10 comandamenti altro non sono che un dono di Dio per la nostra felicità e la nostra realizzazione. 
"La nostra vocazione fondamentale è a volare alto. La vita ci chiede continuamente di rispondere a questa chiamata a solcare le altezze e le profondità della condizione umana. Siamo al mondo per spalancare le ali del desiderio ed esprimere il nostro potenziale di avventurieri dell’esistenza, di esploratori del Mistero che freme in ogni cosa. La dimensione religiosa della vita vuole accompagnare e favorire la drammatica gioia del nostro volo.(..) Gesù insegna a volare alto, addirittura dentro l’intimità con il Padre dei cieli. Accoglierò il dono? Rischierò l’avventura?"  Don Paolo Alliata.


Dal racconto:

Quella che vi racconterò oggi è la storia di un uomo che divenne gabbiano, imparando a volare. Gianni era un viaggiatore del tempo da panchina, lui amava sedersi e riflettere e mentre rifletteva, viveva cento storie diverse attraverso lo sguardo altrui. S'innamorava cento volte al giorno, di cento diversi sguardi. Finché un giorno non vide uno sguardo che non dimenticò più, quello di una ragazza di nome Anita. 
Stava seduto su una panchina che dava sul mare quando la vide, ma come la vide ella sparì. Al suo posto vide un gabbiano, dal manto scuro e lucido. Stette a fissarlo fin quando i loro occhi non s'incrociarono per qualche secondo, poi il gabbiano volò via, lasciando al povero uomo una smania d'amor mai vista.
Da quel momento, con ricorrenza giornaliera, Gianni ritornava sul luogo per tentare di ritrovarlo, o per rivedere la sua Anita, ma invano. Ed in cuor suo, decise che a regalargli quella visione era stato solamente un miraggio marittimo. 

 Un pomeriggio, forse per la brezza gentile o il pranzo abbondante, si addormentò profondamente sulla medesima panchina, e quando si destò, mentre il profumo del mare gli penetrava nel naso aquilino, la vide, accanto a sé, guardarlo divertita. 
«Mi chiamo Anita e quella gabbianella è Kia» 
Gianni fu strabiliato dalla visione. 
«Io, io… mi chiamo Gianni» balbettò lui. 
«Gianni, dunque» disse Anita, sorridendogli con gli occhi.
«Guarda Gianni, guarda che tramonto mozzafiato stasera!» 
Così fece. Non si era ancora accorto di quanto fosse tremendamente meraviglioso quello spettacolo davanti a sé, che avvolgeva il corpo e l’anima con i suoi caldi colori e li faceva risplendere. Ma in un batter d’occhio, la ragazza e la sua gabbianella si volatilizzarono nel nulla. Gianni si sentì il più stupido degli uomini per essersela lasciata scappare ancora. Quella sfuggente Anita dagli occhi lucenti diventò la sua Gabbianella. 
...



Audiolibro del film 

Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

 il gabbiano Jonathan Livingston


un altro audiolibro che ho trovato...
una vera chicca almeno per me!
 
Gabbiano Jonathan Livingston (Film Completo - Narrato)

Quando sai che non sei qui per fare, per essere come gli altri perché senti e vuoi di più, ecco allora che le ali di Jonathan battono il primo colpo e tu, come lui, verrai deriso, cacciato ed esiliato perché non sei come gli altri...sempre se non ritornerai tra loro facendo finta di niente...
Allora, inizierà un lungo viaggio, un viaggio senza confini...con la paura della solitudine, con la meraviglia della solitudine...e vedrai e sentirai cose che non hai mai visto e né sentito...proprio come lui, Jonathan...per poi un giorno, ritornare...diverso ma completo...lì, da dove eri partito...
per il film completo


 
Il gabbiano - Anton Čechov
Il gabbiano rappresenta la sorte di Nina, una giovane attrice che come un gabbiano desidera spiccare il volo, e lo fa inseguendo la sua vocazione teatrale e il suo infelice amore per lo scrittore Trigorin. Il dramma non usa i modi della narrazione tradizionale, che viene completamente scardinata, a vantaggio di una fitta rete di monologhi dei personaggi, in cui si perde ogni idea di comunicazione, sottolineando così  il quadro di disperazione e solitudine generale.

Ho scelto anche L' ISOLA DEL GABBIANO (1982)
(è senza dubbio un altro tipo di anima e gabbiano) 
 
Barbara, giovane ragazza inglese, giunge a Roma alla ricerca della sorella Mary Ann, musicista e cieca, che da qualche tempo non dà più notizie di sé. Alcuni tragici fatti, che hanno visto coinvolte altre ragazze cieche nella capitale italiana, portano Barbara a sospettare dell'esistenza di uno psicopatico che potrebbe aver fatto del male anche a sua sorella. Dopo alcune indagini si giunge a David Malcolm, un inglese che sembra aver corteggiato insistentemente Mary Ann. Coadiuvata dall'amico Martin, Barbara scopre che David, qualche mese prima, aveva ospitato Mary Ann nell'isola di proprietà di Carol, cugina di David. L'isola, sita fra la Corsica e la Sardegna, è denominata "L'isola del Gabbiano". Dopo un'aggressione ed un ricovero in ospedale, Barbara, d'accordo con i medici, finge di aver perso la vista, e recatasi alle Terme di Saturnia, luogo spesso frequentato da David Malcolm, incontra l'uomo che, credendola cieca, comincia a corteggiarla, e di lì a poco la invita nell'isola di sua cugina.

 

Audiopoesia



colonna sonora

Se io apro 
queste mani 
non so quanto 
tempo servirà 
prima di alzarmi 

in volo 
le mie ali 
anche senza piume 
taglieranno 
il cielo in due 

le mie braccia 
sono arrese 
mentre vivo 
sulla pelle 
mutazioni attese 

la mia bocca 
perde i denti 
allungandosi 
farà il tuo nome 
ai quattro venti 

mi 
trasformerò 
in gabbiano 
e porterò 
da te 
i temporali di un inverno 
che alle porte 
soffia forte 
e soffia il vento 
e l'odio che ha già dentro 

io lo griderò dal becco 
per salvare te 
da quest'inverno che già c'è... 

perdo carne 
dalle gambe 
come niente 
restano soltanto 
zampe stanche 
a rallegrarmi 

se io salto 
e no, non cado 
sopra il mondo 
potrò stare 
in aria 
convincendomi 
a volare 

mi trasformerò 
in gabbiano 
e porterò 
da te 
i temporali di un inverno 
che alle porte 
soffia forte 
e soffia il vento 
e l'odio che ha già dentro 
io lo griderò dal becco 
per salvare te 
da quest'inverno che già c'è.. 

spuntano le piume 
si fan spazio tra la pelle 
mentre il cielo alle mie spalle 
si fa gonfio come un fiume 

e aggrappato a questo ramo 
io lo sentirò arrivare 
poco prima di passare 
sarà lui a farmi alzare 
dal mio ramo in volo 
dal mio ramo in volo 
amore 
amore 
vincerò io 
questo temporale 

ora sono 
quel gabbiano 
e l'unico ricordo 
che conservo 
e ritornar 
da te...

 
 Frasi sul Gabbiano
 
via Aforisticamente
 
 Un gabbiano è fatto a immagine del Grande Gabbiano, è un’infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell’ala a quell’altra, altro non è che un grumo di pensiero
(Richard Bach)

L’uomo è anche un gabbiano, misterioso e bianco, in cerca di se stesso, che disegna nel vento inediti sentieri, inventati, trasparenti.
(Juan Baladán Gadea)

Oggi, se mi cercate, sto provando a trovare un po’ di leggerezza travestito da gabbiano, tra una scogliera a picco e un azzurro che sa di mondi lontani.
(Fabrizio Caramagna)

I gabbiani, lo sapete anche voi, non vacillano, non stallano mai. Stallare, scomporsi in volo, per loro è una vergogna, è un disonore
(Richard Bach)

Il gabbiano.
Le sue ali sono impastate di cielo e di mare.
Il suo cuore è libero.
Il suo volo disegna nel cielo le infinite possibilità del vento.
(Fabrizio Caramagna)

I gabbiani nascono dai fazzoletti che si agitano alla partenza della nave.
(Ramón Gómez de la Serna)

Gabbiani: àncore delle navi che percorrono i cieli.
(Ramón Gómez de la Serna)

La leggerezza, la faccia piena di vento e sole, l’agitazione lontana dei gabbiani e il tuo viso che mi guarda felice. E ho pensato che in fondo dipende da che parte ti metti, se sei prima o dopo il punto interrogativo.
(Fabrizio Caramagna)

La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo
(Richard Bach)

Jonathan assentì, obbediente. Nei giorni successivi cercò quindi di comportarsi come gli altri gabbiani. Ci si mise di buona volontà. E, gettando strida, giostrava, torneava anche lui con lo Stormo intorno ai moli, intorno ai pescherecci, tuffandosi a gara per acchiappare un pezzo di pane, un pesciolino, qualche avanzo. Ma a un certo punto non ne poté più. Tutto questo non ha senso, si disse: e lasciò cadere, apposta, un’acciuga duramente conquistata, se la pappasse quel vecchio gabbiano affamato che lo seguiva. Qui perdo tempo, quando potrei impiegarlo invece a esercitarmi! Ci sono tante cose da imparare!
Non andò molto, infatti, che Jonathan piantò lo Stormo e tornò solo, sull’alto mare, a esercitarsi, affamato e felice. Adesso studiava velocità e, in capo a una settimana di allenamenti, ne sapeva di più, su questa materia, del più veloce gabbiano che c’era al mondo
(Richard Bach)

E il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Volò oltre le Scogliere Remote, ben oltre. Il suo maggior dolore non era la solitudine, era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo. Si rifiutavano di aprire gli occhi per vedere. Ogni giorno, lui apprendeva nuove cose. Imparò che, venendo giù in picchiata a tutta birra, puoi infilarti sott’acqua e acchiappare pesci più prelibati, quelli che nuotano in branchi tre metri sotto la superficie: non aveva più bisogno di battelli da pesca e di pane raffermo, lui, per sopravvivere. Imparò a dormire sospeso a mezz’aria, dopo aver stabilito alla sera la sua rotta, nel letto della corrente d’un vento fuoricosta, e coprire così un centinaio di miglia dal tramonto all’alba. Con uguale padronanza ora volava attraverso fitti banchi di nebbia sull’oceano, o sennò si portava al di sopra di essi, dove il cielo era limpido e il sole abbagliava… mentre gli altri gabbiani, con quel tempo, se ne stanno appollaiati in terraferma, mugugnando per la pioggia e la foschia. Imparò a sfruttare i venti d’alta quota, e portarsi nell’entroterra, per un bel tratto, e far pranzo con insetti saporiti
(Richard Bach)

Raggiungerai il paradiso, allora, quando avrai raggiunto la velocità perfetta. Il che non significa mille miglia all’ora, né un milione di miglia, e neanche vuol dire volare alla velocità della luce. Perché qualsiasi numero, vedi, è un limite, mentre la perfezione non ha limiti. Velocità perfetta, figlio mio, vuol dire solo esserci, esser là.
(Richard Bach)

Quei gabbiani che non hanno una meta ideale e che viaggiano solo per viaggiare, non arrivano da nessuna parte, e vanno piano. Quelli invece che aspirano alla perfezione, anche senza intraprendere alcun viaggio, arrivano dovunque, e in un baleno.
(Richard Bach)

Egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano.
(Richard Bach)

Il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura, ti saprà condurre alla felicità.
(Sergio Bambarén)

Penso che per avvertire la nostra voce interiore si debba fare come i gabbiani che volano su spiagge solitarie e si nascondono fra i cespugli di erbe e di canne.
(Romano Battaglia)

La felicità a cui si anela può soltanto essere sfiorata come i gabbiani fanno con l’acqua.
(Romano Battaglia)

All’alba sul mare un volo di gabbiani.
Recano con sé la chiave con cui aprire il giorno.
(Fabrizio Caramagna)

Il gabbiano vola sospeso nell’aria.
Le sue ali sono due fogli bianchi.
Qualcosa c’è scritto, ma solo il mare lo sa.
(Fabrizio Caramagna)

I gabbiani sono capaci di gesti sublimi, di comportamenti che ci lasciano stupefatti. Si affezionano all’uomo e lo seguono ovunque, anche in capo al mondo. Si innamorano e rimangono fedeli al compagno o alla compagna per tutto il tempo della loro vita. Quando avvertono l’approssimarsi della loro fine, volano su spiagge solitarie, si nascondono dietro ai rovi e muoiono vicini l’uno all’altro.
(Romano Battaglia)

Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
ove trovino pace.
Io son come loro,
in perpetuo volo.
La vita la sfioro
com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
(Vincenzo Cardarelli)

Percorre il suo cammino
Il grande gabbiano dal dorso nero,
Timoniere del sole.
Sotto di lui, l’acqua.
(Tomas Tranströmer)

Quaderno bianco del mare,
il gabbiano o un messaggio
si spiega nel volo
in due fogli di viaggio.
La sua sorella marittima,
la solitudine, lo guarda
e, in una speranza vana,
sulla costa sospira.
(Jorge Carrera Andrade)

Al mare si sta fermi; movenze del gabbiano che affronta il vento. Vita sospesa.
(Antonio Castronuovo)

Un bubbolìo lontano…
Rosseggia l’orizzonte,
come affocato, a mare:
nero di pece, a monte, stracci di nubi chiare:
tra il nero un casolare:
un’ala di gabbiano.
(Giovanni Pascoli)

Il gabbiano non ha possessi materiali come noi.
I suoi beni sono tutti riposti in cielo
e sono fatti di azzurro, pace e volo.
(Fabrizio Caramagna)


https://www.annapiediscalzi.it/p/il-senso-dei-racconti-di-anime-quantiche.html




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